La Commissione episcopale per l'educazione riconosce il contributo dell'IdR per restituire legittimità alla presenza del «fatto religioso».
«Con il vostro impegno e la vostra professionalità siete punti di riferimento per studenti e colleghi»
Docenti che sono presenza qualificata e preziosa per tutti, più protagonisti. Ma anche più sostenuti dall’intera comunità cristiana nella consapevolezza dell’importanza del loro impegno. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno e presidente della Commissione episcopale per l'educazione cattolica, la scuola e l'università, sintetizza così la Lettera che i vescovi italiani indirizzano ai docenti di religione.
Incoraggiamento, riconoscimento dell’impegno profuso e dell’importanza del loro operare, invito a un maggior coinvolgimento nella vita ecclesiale.
Sono alcuni dei fili rossi presenti nella Lettera agli insegnanti di religione cattolica che la Commissione episcopale per l'educazione cattolica, la scuola e l'università, ha voluto inviare loro in occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico e, anche, dell’entrata a pieno regime dell'Intesa Cei - Miur firmata nel 2012, che «porta a compimento un processo pluridecennale della Chiesa, voluto per assicurare un livello di eccellenza alla formazione degli insegnanti stessi».
E di cambiamenti sia nell'insegnamento della religione cattolica nella scuola sia nello stesso status dei docenti che la insegnano, sono stati molti e sostanziali da quando l’insegnamento della religione cattolica nella scuola statale è diventata opzionale. Passaggio tutt’altro che, tranquillo, ma che la percentuale dell’87,9% di studenti che la scelgono per il proprio percorso di formazione, permette ora di classificare come una sfida vinta.
Merito anche degli stessi docenti che hanno permesso alla materia di acquisire «il carattere insieme scolastico e confessionale». Un segno di apprezzamento verso l’Irc che ha «contribuito a restituire legittimità alla presenza della religione nello spazio pubblico e nel pubblico dibattito in una società democratica matura», ma anche sempre più secolarizzata. Ecco allora la necessità di «uno sguardo aggiornato». (da Avvenire del 27 agosto 2017 articolo di E. Lenzi)